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Textour Cities _ Intrecci di città

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Contest by Tabu _ Ideas x Wood

Tessitura _ In architettura con questa accezione non solo si sottolinea l’insieme degli elementi utili al corredo strutturale di un edificio ma il processo dell’unire parti singole che lavorano all’unisono per la costruzione di un unico corpo, si estende dal piccolo al grande, unendo così le molteplici condizioni e caratteristiche in un sistema decisamente più grande del quale facciamo inconsapevolmente parte. 
La città e l’insieme di città rappresenta nel disegno delle reti di connessione e scambio, sia fisiche che immateriali, uno dei più grandi sistemi di tessitura presenti sul pianeta terra e mai realizzati prima dall’uomo, in cui è possibile leggerne la sua storia millenaria. Fin dall’antichità, l’atto del tracciare una linea, per porre ordine al caos e sistematizzare così i diversi pezzi di un puzzle decisamente esteso è la prima forma di controllo dell’uomo nella gestione dello spazio che lo circonda. 
Textour Cities vuole essere quindi un monumento simbolico verso questa capacità che nell’unire condizioni attrattive ad azioni concrete, restituisce la possibilità di costruire, sistematizzare e creare qualcosa di nuovo ed incredibile.

Da Nord a Sud dello stivale, si rincorrono Milano, Roma e Napoli come emblemi di un sistema decorativo modulare formato dalla selezione sintetica di caratteristiche cromatiche, geometriche e materiche di ognuna.
La trama della texture immaginata per rappresentare la città di Milano è dettata dalla struttura a raggiera degli incroci milanesi che semplificati e stilizzati fino all’essenziale si traducono in motivi generati da forme prevalentemente triangolari. La direzione invertita delle fibre accentua l’alternanza cromatica. Il montaggio specchiato e capovolto di ciascun pannello genera un disegno optical chic, delicato e allo stesso tempo deciso.
Osservando una carta geografica di Roma, si può notare come la storia abbia tessuto la città con giaciture e densità diverse di quartiere in quartiere. La pur stretta continuità è data da fili sottili di vie che collegano una zona all’altra senza eccezioni di sorta. Il complesso intreccio così ottenuto è abbracciato dal fiume Tevere che interrompe le calde cromie tipiche del laterizio e del travertino. Ne deriva una geometria piena e in parte tratteggiata alternando peni e vuoti a suggerire la percezione di un unicum inscindibile.
La regola di Cardi e Decumani restituisce l’illusione di ordine anche nel caos di una città impetuosa e spontanea come Napoli. Le quattro tonalità di tinta del pannello intendono interpretare la varietà e la stratificazione della città partenopea coniugandola nei toni tipici dei gialli del tufo e del blu del mare, elemento indispensabile per la personalità di tale territorio. L’astrazione che se ne trae estrapola la regola geometrica che ha generato l’impianto cittadino e si concentra sui colori e gli elementi che caratterizzano la rappresentano nell’immaginario comune il carattere di questa città.

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